Ad armi pari

banditore | 15.02.2013

Parlare di violenza con una donna è inconsueto, ma il tema è stato posto:
Trovo due categorie diverse, se pur connesse: violenza e sopraffazione. La seconda include la prima, ma non il contrario. La sopraffazione, d'altronde, è legge di natura: per mangiarsi bisogna sopraffare la preda, anche quando questa è una pianta (che - bisogna ricordare - è viva anche se non ci sembra solo perché si muove come l'orologio). La sopraffazione è dunque cosa buona e giusta perché necessaria in natura, ma abbiamo scelto di renderla immorale inserendola come aspetto negativo nel regolamento dei rapporti sociali. In realtà esiste eccome: ecco i diritti di alcuni essere maggiori e quelli di altri, insufficienti; ecco la Val Susa: chi sta sopraffacendo chi?
E invece, la violenza: si può farne a meno? Da come si comportò Dio e il suo tirapiedi Gabriele nel loro giardinone, si direbbe di no. Infatti, no: siamo costruiti apposta. Ma si può modulare, e lo fanno anche gli animali e perfino le piante (le pietre, non so). Violenza è confronto e ve ne sono varietà; una violenza ad armi pari è perfino utile alla formazione del carattere. Ci sono interessanti esperimenti coi topi e coi tipi (i tipi umani) al proposito.
Abolire la violenza è una padrepia illusione, ed intendo che lui era santo, ma gli facevano male le mani e il costato mica per niente: si menava nientemeno che col Diavolo in persona, tutte le sante notti. Ma se po' campa' accussì?
Certo.

Un saluto

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