Nietzsche e Banzan

banditore | 12.03.2013

"Camminando in un mercato, Banzan colse un dialogo tra un macellaio ed un suo cliente.
- Dammi il miglior pezzo di carne che hai - disse il cliente.
- Nella mia bottega tutto è il migliore - ribatté il macellaio".

che evidentemente conosceva il marketing.

"Così parlò Zarathustra e aspettò la sua infelicità tutta la notte: ma aspettò invano. La notte restava limpida e silenziosa e la stessa felicità gli si avvicinava sempre di più. Verso il mattino tuttavia, Zarathustra rise nel proprio cuore e disse in tono di Scherno: - la felicità mi corre dietro. Questo viene dal fatto che io non corro dietro alle donne. E la felicità è donna - .

Così parlò il Zara, che evidentemente non era fidanzato.

Come va, meglio? Se no, benissimo: è la prova che le ingenue fumisterie Zen, orientali od occidentali, non servono a nulla (mai superfluo ribadirlo) ma, considerando quanto queste pratiche siano legate alla ricerca di consolazione, si può supporre che siano in realtà più connesse al malessere; il malessere è in effetti un borborigmo simile ad una litania liturgica, ad un koan.
Perciò, con un ardito (perché non essere arditi?) salto di conseguenze, si può dire che uno spirito laico non può essere scoraggiato. Intelligentemente pessimista sì, ma non scoraggiato.
Forse una conclusione un po' zen, sì; tout se tient.

Un saluto.

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