Università

banditore | 21.03.2013

Alt! Ferma lì: non si molla l'università.
Un pensiero peggiore dei peggiori pensieri ventenni, viene dieci anni dopo; il problema è che non si annuncia e così non lo si può prevedere. Riguarda il tempo.
Come diceva Einstein, quel vecchio capellone, il tempo è mica sempre uguale: varia a seconda del sistema di riferimento e quando il riferimento sono i vent'anni, il tuo gemello è vecchio come te, ma dopo, te invecchi e lui ringiovanisce. Se sei figlia unica, vale ugualmente e se Einstein non diceva proprio così era solo per darsi importanza, ma il succo è che voleva dirti di non lasciare l'università.
Altrimenti poi capita che ci ripensi quando il tempo sembra lo stesso, ma non è più lo stesso per colpa della luce e tutte quelle robe lì, e insomma ti tocca re-iscriverti a quarant'anni e dare gli esami a cinquanta, coi nipotini che si sentono dire: "buoni, bambini, che la nonna deve studiare".
Non si lascia, l'università. No no no. Sennò Einstein piange.

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