Funzionamenti liceali

27.04.2013 13:31

Mi ricordo del liceo.

Al liceo esistono gruppi di specie umane geneticamente diverse. Funzionano meglio delle classi sociali chiuse e inconciliabili della società così detta civile. Non c'è alcuna legge esplicita che indichi il corretto comportamento da seguire a questi gruppi separati e nessuna trasmissione orale di insegnamenti millenari, ma tutti quelli che son passati al liceo sanno come funziona la cosa. Sanno che il rispetto per la rigidità dei gruppi è un tutt'uno con la dignità liceale. Che poi è poco dignitosa, ma solo fuori dal liceo.
Le ragazze del primo anno (che possono rimanere del primo anno anche se frequentano l'ultimo, ovviamente) solitamente prendono di mira gli inarrivabili dell'ultimo anno, almeno quelle nate abbastanza cozze. Ma forse pure un po' tutte, ve lo dico non appena rinasco dall'altra parte. Prendono di mira, che significa concretamente, solo venerano, ma da lontano. Non è una mira vera insomma, si riduce solo a una quieta osservazione rituale e a commenti sospiranti e sognanti delle ragazze; commenti che non devono uscire dalla loro ristretta cerchia. O classe. O aula. O piano se si è molto ribelli. Commenti comunque che possono arrivare agli interessati ma mai direttamente e che, comunque, non dovrebbero arrivargli.
I ragazzi degli ultimi anni che le ragazze un po' cozze, o forse solo acerbe, venerano oltre a non dover essere avvicinati, assolutamente, mai, nemmeno in casi estremi, non parlati e guardati poco, con educazione reverenziale, sembrano sempre molto belli e soprattutto altissimi. O almeno nel mio ricordo, che del liceo è pure parecchio confuso essendo il liceo, ontologicamente, un trauma insuperabile, quei ragazzi sono così alti che il massimo che mi ricordo di aver guardato sono le scarpe. Entità come sospese, fluttuanti, dell'iperuranio. Una specie di idea platonica, sì.

Ieri uno di quei ragazzi dell'iperuranio mi scrive su facebook, entrando improvvisamente nella mia caverna, per complimentarsi con me per questo blog. L'Ego si monta come panna. Persino dolce. Il ché è un po' mostruoso in ladymarica. Un complimento su come scrivo, lo sappiamo tutti, è la cosa più felice che mi può capitare. E la più apprezzata. Ma non è questo il punto del post anche se questo, diciamocelo, è un ottimo punto.

Improvvisamente i mondi che credevo esistere così acriticamente dalle tradizioni liceali mi scoppiano in virtuale. In effetti a quei mondi non avevo più pensato alla luce di una ragione diversa rispetto a quella che filtra dai vetri delle aule scolastiche, è come se il liceo mi si fosse addormentato in una parte della mente però sempre ben strutturato. Con sorpresa ho notato che facebook mi permetteva di rispondere a quel messaggio, che non c'era alcuna barriera elettrica a impedirlo. E quindi ho pure risposto.

Certe convinzioni assurde, che si sa bene essere assurde, sembrano una cosa sacra e inviolabile solo finché non si prende coscienza che può anche non essere così. Non che l'abbia scoperto ieri, ovviamente, ma ci ho pensato lucidamente solo ieri.
Allora una cosa che al liceo avrei raccontato in un giro di telefonate e che, alla fine, altro non sarebbe potuta essere che un sogno (ma anche il sogno avrebbe emozionato le mie compagne di specie liceale fine alle lacrime), oggi mi fa sorridere. Mi fa felice il complimento sulla scrittura, manco lo devo ripetere, ma mi fa sorridere, un po' scioccamente, essere così fuori, a tutti gli effetti, dalle dinamiche mentali del liceo, così cattivo certe volte eppure così istruttivo. Il liceo che rimane nella mente per sempre, spero, e che, sempre, mi fa dire: “che (bei) tempi".
Bei, solo da molto fuori.

Funzionamenti liceali

Repetita Guzzanta juvant

banditore | 27.04.2013

L'altra sera, ricevo una telefonata: pronto? - dall'altro capo del non-filo una voce insolita mi sfòtte: "ti dice niente il nome (invento) Tizioccàio?" Io resto lì per lì, lì così.
Non ci sentivamo da tant''anni, e nemmeno a diciott'anni ci sentivamo tutti gli anni; di che si può parlare con Tizioccàio, quest'anno?
Naturalmente, di una "cena di classe", quella roba che si fa dopo anni proprio per ribadire, alla Tafazzi, che ormai non si hanno più diciott'anni, casomai non si considerasse abbastanza questo fatto.
L'uomo m'investe raccontandomi tutto di sé. Ascolto con molta pazienza. Egli allora passa a raccontarmi dei casi che hanno complicato la vita a gente che ricordo appena, poco più che bambina. Mi distraggo a pensare alla differenza tra cavallo baio e roano; l'uomo séguita con le notizie, io emetto inavvertitamente quel gorgoglìo che precede il sonno REM, ma conto che lo consideri un'interferenza. Mentre mi comunica dei "link" a suoi siti fantastici, sdraiato sul pavimento, sogno di volare su mari infiniti in compagnia di Ornella Muti a diciotto anni.
Infine, mi comunica la data. La data di che? - dico risvegliandomi; Della cena, no? - dice lui.
La cena. Ah già. Ma che bello.
Non ho la forza (ho dormito troppo) di dirgli che la cena con gente semisconosciuta e - per quanto mi ricordi - pure abbastanza bamba, ha per me lo stesso appeal di un mese senza interruzione alla Scala ad ascoltare uno che grida. Ringrazio, e perfino sorrido (tanto siamo al telefono, mica mi vede). Dunque lui mi scrive per certificarmi i suoi "link" e confermarmi la data. Ma chi gli ha dato la mia email? Ah già, io, nel dormiveglia, quando parli a vanvera.
Mi venisse la pellagra se ci andrò. Nemmeno Ornella Muti (com'è adesso) potrebbe trascinarmici.
Io, come molti uomini, mi guardo pochissimo allo specchio, tanto che a volte la mattina, appena sveglio, mi prendo degli spaventi trovando in bagno un tizio sconosciuto che poi invece ricordo di aver talvolta già visto. Il fatto di guardarsi poco è comunque confortante: pensi di essere mica cambiato tanto. Perciò avere davanti a te, di colpo, un'intera schiera di zombi che ti danno pacche sulle spalle e dicono "ti ricordi", è una cattivissima azione da fare a se stessi, al proprio equilibrio psichico, nonché ai propri santi attributi, che non devono essere trattati con quella violenza.
La cena di classe. Mi ritorna in mente Guzzanti e rifletto che lui è proprio un geniaccio: le sue battute si attagliano perfettamente alle più varie situazioni:
"mo' con internet puoi parla' co' 'l'aborigeno de l'Australia! Il probblema è: - aborigeno, ma io e te, chésse dovemo di'?"

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Silver Silvan | 27.04.2013

Ma che diavolo dice?! Lei a scuola non si piaceva, si sentiva un pesce fuor d'acqua e non vuole ritrovarsi nella stessa situazione. Mente a se stesso, dicendo che non ha niente da dirsi con gente con cui è stata a stretto contatto di gomito per anni, condividendo (a sua insaputa, sembra) luoghi, orari, persone, ansie e angosce adolescenziali. Però può autoconvincersi di tutto quello che ha scritto. Fuggendo dalla realtà. Non si preoccupi, lo fanno in molti.

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Silver Silvan | 27.04.2013

Se non si riconoscono luoghi e persone del passato vuol dire che si era drammaticamente altrove. Dov'era, mentre era in classe, signor Banditore?

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banditore | 28.04.2013

In bagno con la più bella della classe accanto, gentile Silver Silvan.

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Silver Silvan | 28.04.2013

Lo vede che era altrove?

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banditore | 29.04.2013

Tanta animosità è divertente, come molte cose surreali. Ora le dirò qualcosa che aumenterà grandemente la sua irritazione:

Le auguro di cuore buona settimana. A presto.

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Silver Silvan | 29.04.2013

Ma dice a me? Direi di no, non mi sento animosa. Lady, ce l'ha con te!

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Esperia | 30.04.2013

ma si rende conto che lei rispondendo a un post ne ha scritto uno? le faccio un "copiaincolla"Nemmeno Ornella Muti (com'è adesso) potrebbe trascinarmici---ha veramente ragione (odio le mummie)ma trascrive (come molti uomini, mi guardo pochissimo allo specchio, tanto che a volte la mattina, appena sveglio, mi prendo degli spaventi trovando in bagno un tizio sconosciuto che poi invece ricordo di aver talvolta già visto. )le famose frasi di tutti gli uomini mediocri su su su si riprenda -- oh mammà !mi sento molto la Silver Silvan:P

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Silver Silvan | 30.04.2013

Beva di meno. L'alcool non lo regge. Gli effetti si notano anche per iscritto.

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Esperia | 02.05.2013

si! confesso! un poco di alcol lo bevo,ma molta gente sobria ,fa più errori di me! a buon intenditore poche parole(se la disturbano "molto" i miei errori di ortografia la prego di non leggermi!può nuocere molto alla sua psiche:D
aggettivo -sobrio-
1. lucido che non è sotto l'effetto dell'alcol restare sobrio
2. moderatomisurato che non mostra eccessi essere sobrio nel mangiare
3. sempliceessenziale senza fronzoli, senza sfarzo stile sobrio vestire in modo sobrio

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