il BDSM naturalistico

15.11.2013 01:40

C'è una cosa, nel mondo, che si chiama BDSM.
E' un acronimo che potete trovare ben riassunto e spiegato su wikipedia. Se fosse interessante.
In soldoni, BDSM significa bondage e disciplina (metodo costrittorio, educativo, educazione, addestramento o anche forma d'arte, esercizio costante, perfezione corporea, tecniche di legatura, perfezione delle forme), il rapporto Dominazione/sottomissione (tra Maschio/femmina, Femmina/femmina, Femmina/maschio, Maschio/maschio -sì, la maiuscola identifica la parte dominante) e il sadomasochismo (sadismo e masochismo, ovviamente). Ma questo, come dicevo, wikipedia lo spiega meglio di me. 
Come qualsiasi cosa il BDSM ha delle sfumature e dei livelli. Si compone di tante parti. Identifica sia una dinamica relaziole, sia un gusto sessuale. Due ambiti che possono coincidere ma che possono anche non toccarsi. In qualche caso, ho visto, persino escludersi.
Non solo. In ogni cosa che identifica e in ogni parte di cui si compone i livelli sono talmente vari che, per esempio, un semplice rimprovero o un gioco di aghi e lame ne fanno, assolutamente, parte. Entrabi. E, fondamentalmente, senza che l'uno o l'altro sia più legittimato a chiamarsi BDSM o ad ascriversi come fondamentale in esso. Sono due livelli separati, spessissimo, due livelli a cui, nella maggior parte, non si aspira parallelamente ma che coesistono in un unico grande acronimo.
Tanto per dilungarci non spesso, mi pare, chi preferisce il dolore reale, fisico, comprende cosa ci sia di meraviglioso nel dolore mentale di un rimprovero. E viceversa. Poi ci sono casi in cui entrambe le parti hanno una certa, seppur diversa, rilevanza.
Io, per esempio, amo entrambe le cose. Solo in due modi molto diversi. Posso vivere una relazione senza aghi e lame ma non posso vivere una relazione senza la dominazione mentale.
Ma arriviamo al punto fondamentale e che non tutti capiscono: il BDSM è assolutamente altro rispetto alla somma delle pratiche che contiene. Non è l'uso o meno di una frusta il punto, o di una lama, o di un certo modo di rimproverare. C'è qualcosa di più. Almeno nella mia visione, che io chiamo "naturalista" del BDSM. Non ho scelto un giorno, perché m'annoiavo, di concepire una relazione come un rapporto apparentemente squilibrato (la magia, tra l'altro, è che per avere uno squilibrio serio ci vuole un equilibrio profondo) di Dominazione/sottomissione. 

Non ci riesco a spiegarlo. Me ne accorgo sempre provandoci. E' come spiegare perché parlo o respiro.Perché il meccanismo che mi fa parlare non lo scelgo ma mi ci sono ritrovata a vivere. E non lo si spiega, se non con il corpo umano.

Allora casualmente stasera ho ascoltato questa canzone di Tenco. Eccolo, il BDSM naturalistico di cui parlo. E straparlo. E' tutto qui.
Niente latex, pelle, corpetti, fruste, tacchi a spillo o feticismi vari. Niente teatrini. Semplicemente naturalezza.

Il punto è tutto qui.

Angela, Angela, angelo mio
quando t'ho detto che voglio andarmene,
volevo solo vederti piangere,
perché mi piace farti soffrire.

(Angela, Luigi Tenco)



 

il BDSM naturalistico

Bah

Silver Silvan | 16.11.2013

Cara Lady, sei giovane, molto giovane e non hai esperienza di vita in comune, immagino. Anzi no, ce l'hai: vivi con i tuoi, no? Ecco. Hai presente l'insofferenza che genera la convivenza? Quella te la ritrovi con qualsiasi persona ti tocchi convivere. È proprio una caratteristica connessa al dover condividere lo stesso spazio. Per questo ho sempre detto che, nelle relazioni affettive, bisognerebbe vivere in spazi separati e condividerli solo quando e se si ha voglia di condividerli. Il problema è proprio nella condivisione, che ti porta ad assumere caratteristiche precise agli occhi dell'altro. Dopo un po' ti vengono appiccicate addosso come se fossero eterne. Qualsiasi tentativo di sbarazzartene creerà sconcerto e persino liti. Nel primo caso ti troverai a dover dare giustificazioni, nel secondo a difenderti da accuse campate per aria, nella maggior parte dei casi, originate dal venir meno a quello che ci si aspetta da te. La disponibilità di se stessi è una cosa spontanea e molto bella delle relazioni affettive: quindi il tuo esempio non lo capisco bene, lo capisco benissimo! Purtroppo, è facile che la disponibilità venga fraintesa o data per scontata, dopo un po', perdendo la sua preziosa caratteristica di valore aggiunto nella relazione affettiva. L'alternativa a tutto questo è diventare avari di se stessi, anche se ti sta stretto. Del resto, quello che occupa troppo spazio, ti tocca comprimerlo per forza, se vuoi conservarlo. Anche nel computer.

Ho pensato al perché trovo ridicolo il sado-maso e mi sono trovata una risposta soddisfacente. Nessuna persona sana di mente può divertirsi nell'essere umiliata. In teoria dovrebbe incazzarsi. Pure parecchio. Se si diverte è malata!

Bah

Silver Silvan | 15.11.2013

Lady, manco a farci apposta questo pomeriggio mi sono guardata La pianista di Michael Haneke. Si addice al tuo post. Però non capisco perché tu sia tanto interessata a questo tema che non trovo affascinante manco un po'. Sicuramente si istituiscono forme di potere all'interno dei rapporti umani, ma il sado-maso lo trovo grottesco. Quindi ridicolo.

R: Bah

LadyMarica | 16.11.2013

oh, la pianista. Un bel film secondo me. Un po' stereotipato però. Sempre secondo me.

Sai cosa, lascia perdere il sado-maso, lascia perdere la dominazione. Pensa solo una cosa, se posso: in un rapporto c'è sempre una componente che accetta di più e una che accetta meno? E soprattutto, c'è sempre una delle due che pensa che "l'amore" sia dare tutto? Insomma, se io ti dicessi che ho una relazione e che MI PIACE lavare i piatti in cui ha mangiato il mio tipo ma non lavare i piatti al ristorante tu mi troveresti tanto "strana" o capiresti che intendo?

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