Offrirci

06.05.2013 01:27

Giorni fatti di cose. Cose come obblighi. Cose senza scampo.

Chi le ha decise per me? Certamente io.
Giorni fatti di impegni sociali che non puoi evitare, giorni fatti di pacchetti di sigarette finite che non puoi non ricomprare. Giorni fatti di una serata che avevi pensato tanto ma a cui non puoi andare. E stai a casa, a mangiarti il gomito. Comoda sul divano, tra un drink e una solita sigaretta. E le sigarette finiscono di nuovo. E allora esci: guarda la benzina, trova un tabacchi aperto. E se non lo trovi augurati che a un distributore abbiano le tue sigarette, non qualche marca di cui ne devi fumare il doppio per essere soddisfatta e rimanere insoddisfatta. Se poi, proprio fortunatamente, le hanno, augurati di avere dei soldi spicci. E se poi non li hai con calma passerai a prendere il resto.
Giorni fatti di prendere il resto, ritrovare dove hai messo lo scontrino, ritrovare il tabacchi.
Giorni fatti di parlare col tabaccaio. Giorni fatti di parlare con tutti. Parlare, parole, buongiorni e buonasera. Comunicare il nulla, il nulla che ci infesta tutti, ad alcuni anche più che ad altri e comunicarlo per forza, con una bella faccia pulita e il tono di chi sta dicendo qualcosa di infinitamente interessante. Perché poi se non parli, allora sei strana, allora hai dei problemi. E' per quello che loro, gli altri, si muovono a gruppetti detestabili (o invidiabili, non lo so), si parlano del tempo di qualche sabato sera fa, di quella festa, quel gruppo, quel film, quel libro. Ma anche parlando di libri (di argomenti “alti”, insomma) e anche ammettendo, in un ottimismo non mio, che il discorso abbia una vera comunicazione e non sia solo classico spostamento d'aria umano, di solito l'ascoltatore è tanto interessato a quello che deve poi dire che nemmeno ascolta. E così si cade nella sticomitia. Certe volte penso che tutto quello che c'era da dire in filosofia sia stato detto dai greci, anche quando non lo hanno fatto esplicitamente.
Ti sforzi comunque di dirle le tue banalità, come le dice chiunque altro, perché bene o male fai parte di questo mondo. Ma in faccia a un altro stanno bene, sulla tua faccia, stanno male, fanno paura, ti irretiscono anche i pensieri.
Giorni fatti di pensare. Pensare tanto, pensare a tutti, pensare a tutto. Pensare costantemente, senza riposarsi mai se non quando si scrive.
Scrivere. Enormi mah d'apertura, enormi mah di comunicazione, enormi mah di “arriverà”, enormi mah di chiusura. Ma si scrive per vivere, non per insegnare, imparare e riempir pagine.
Giorni fatti di pagine. Da studiare. Tutte studiate bene. Sono preparate e lo so perfettamente. Preparata e intelligente, abile pure quando padroneggio un argomento quanto padroneggio questo. Eppure la solita ansia da nulla in testa mi impedirà di fare la performance che potrei, mi impedirà di uscire soddisfatta di me. Non del voto, di me. Il voto è una variabile che non mi compete, a me compete la performance. Vorrei far un esame brillante e prendere 18 e arrabbiarmi col professore. Invece esco da lì, spesso, con un voto più alto di quello che mi sarei data io. E quando lo racconto le persone non mi credono, mi liquidano con un “ma sei tu che lo credi” e non prendono sul serio, mai, il fatto che io sono solo molto fortunata. Sono sempre molto preparata, lo ripeto, ma negli esami orali sono di una scadenza senza limiti. Le persone si stupiscono che io mi dica fortunata, solitamente (ma non sempre) agli esami.
Giorni fatti di gente che si stupisce. E si stupisce sempre di cose che io trovo normali. Io mi stupisco raramente e sempre di cose che le persone trovano normali. Certe volte penso che sia per questo che non posso capire quel fenomeno sociale che io semplifico con la gente, come se i piani fossero troppo assurdamente antinomici.

Un post correlato di pessimismo, di assurdo senso del tutto è labile e di incomunicabilità. Ma è un post di domenica notte e, per di più, due giorni prima di un esame. Direi che è il meglio che potevo offrirmi, offrirvi.

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Dubbio

Silver Silvan | 08.05.2013

Lady, hai mai pensato che la tua insoddisfazione possa dipendere dal fatto che chi ti giudica sia un perfetto imbecille? Come si fa ad essere soddisfatti di un voto alto dato da un perfetto imbecille?

R: Dubbio

LadyMarica | 08.05.2013

Silver, hai perfettamente ragione. Però per quale motivo dovrebbe essere lui l'imbecille e non io? Io mica la escludo questa possibilità, solo che mi chiedo se io la debba fondare su qualcosa di più che una possibilità.

Proprio ieri parlavo con una ragazza che diceva quanto un certo prof. fosse un idiota. Perché? Perché al suo esame l'ha bocciata. Io ho pensato che l'idiota fosse lei, non lui (anche perché io ci presi 30 a quell'esame :D). Quindi, mica posso applicare un principio per gli altri e uno per me, no?

R: R: Dubbio

Silver Silvan | 08.05.2013

Lady, ma che dici? Sei la persona che fa più autocritica in assoluto, sui blog, non lo fa nessuno! E non c'è giudice più inflessibile di chi fa autocritica, ovvero sa sempre se ha fatto tutto quello che poteva fare e se si è impegnato o no.. Tutto il contrario di chi cerca continuamete comodi capri espiatori ai quali attribuire le proprie mancanze e i propri fallimenti.

R: R: R: Dubbio

LadyMarica | 08.05.2013

hai ragione, un'altra volta. Ma proprio perché faccio autocritica devo continuare. La cosa che mi preoccupa di più è di diventare una persona indulgente, mediocre e, soprattutto, come le altre di cui parli. Spaventose.

Eppoi, "chi disprezza se stesso continua pur sempre ad apprezzarsi come disprezzatore". Ed è una cosa che faccio spesso. Ahimè?! :)

R: R: R: R: Dubbio

Silver Silvan | 08.05.2013

Uff, ma anche tu hai parlato con Dino? Dino dice che se rifiuti di mostrarti debole non puoi mai chiedere aiuto. E che è una strada dalla quale non si può tornare indietro, il rischio ė il disprezzo di se stessi. Temo sia così. Disprezzare se stessi è molto peggio che disprezzare gli altri.

R: R: R: R: R: Dubbio

LadyMarica | 09.05.2013

non so chi sia Dino :)
quello che dico io è che è meglio disprezzare se stessi (e anche gli altri, contemporaneamente) che essere mediocri soddisfatti di sé. Purché non si finisca per indulgere sul proprio disprezzarsi. O non mi spiego?

R: R: R: R: R: R: Dubbio

Silver Silvan | 09.05.2013

Lady, che domande fai? Già fatico a leggere e scrivere con la tv in sottofondo, figuriamoci a pensare!

vero, sacrosantamente vero

Tetto | 06.05.2013

tutto è già stato detto dai Greci, e non solo in filosofia!!! ne sono fermamente convinta (da brava archeologa)

R: vero, sacrosantamente vero

LadyMarica | 08.05.2013

esattamente. E non so se sia meraviglioso o scoraggiante.

Poi passa

banditore | 06.05.2013

Mal de vivre. Ma poi passa. E' lì il problema.

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