Distanze

12.03.2013 18:25

Continua il periodo di malinconia. Tutte le giornate mi paiono vuote e insignificanti, tutte con le stesse cose, casomai, se il caso vuole sorprendermi, solo disposte diversamente. Raramente mi prende così, solitamente sono avvolta da una tale nube di paura che anche la cosa più apparentemente scema crea in me grandissimi effetti, turbamenti o gioie che siano. Invece questa settimana, ad eccezione di pranzi rubati, a onesti lavoratori, dalla mia macchina, scorre lenta, mi sembra, con la prospettiva di un weekend ancora più lento, sempre il solito, sempre lo stesso e un cielo piovoso che pare di marzo. Peggio. E' di marzo e mi fa passare la voglia anche di mettere un braccio fuori di casa, figuriamoci entrambi i piedi.

Studio e leggo ma la filosofia pare avere un momento di ricreazione. Non rimango a bocca aperta da troppi libri fa. Ed anche questo è insolito perché io, se seguo un corso che non mi dispiace, come quello che sto seguendo questi giorni, solitamente ci perdo la testa e la rompo anche agli altri innamorandomi follemente. Invece non sono convinta, capisco e ascolto, condivido e dissento ma senza quella monopolizzazione di tutta la mia mente che mi è così perfettamente calzante addosso.
Ogni balcone per me ha sempre avuto una bocca di cui mi innamoravo passandoci sotto. Una semi-cit., direi. Capisco bene cosa sia cambiato, rispetto alla scorsa settimana, tanto per dire. Prendo atto e aspetto che passi. Il tempo insieme al mal tempo. Perché mettere la distanza dei giorni da un'emozione “troppo forte” è l'unica scelta offerta.

Le persone. Altro grande motivo di pioggia, con ogni probabilità.
Io sono leggermente misantropa, selettiva e asociale da più o meno sempre. Ho tentato, a volte, di comunicare e integrarmi (che è una parola orribile, carica di distanze), a volte non ci ho nemmeno provato. A volte è andata bene la prima, a volte è andata meglio la seconda. A volte è andata male la prima e sarebbe andata bene la seconda. A volte, né più né meno delle altre di volte, il contrario.
Non sono facile a instaurare cose, ma se le instauro difficilmente le tradisco. Più che altro perché sono un'egoista e non riesco a tradire, in me soprattutto, quel sentimento. Ma ho la spiacevole pretesa, che mi rende più difficile ancora, che gli altri si comportino allo stesso modo con me. Quindi basta una piccolezza, un nonulla perché io rimanga delusa. E la delusione mi porta a tante cose diverse. Quando ero giovane e ingenua troncavo, di netto, senza se o ma. Col tempo ho un po' modificato il tiro: ci penso, ci penso molto, alle volte, alla fine, tronco veramente, per piccolezze, ripeto, alle volte lascio andare e vedo se funziona anche così, anche con più relativismo. Però qualcosa è morto, una parte a volte, e io non posso, perché non faccio miracoli, resuscitare nulla. Se il rapporto mi interessa posso provare a ricostruire, ma non a far rivivere qualcosa che è finito.
Questa è la linea generale ovviamente. Poi ci sono casi, eccezioni e tutta una bella compagnia di vigliaccheria.

Qualche giorno fa, ma non avevo tempo per elaborare o pensarci più di tanto, presa com'ero dai sogni, è successa una roba difficile. Donne che fanno guerra alle donne in nome di nulla. Nulla che poi è quasi sempre un amore che non va. Mi ha amareggiato moltissimo, ho pensato di chiedere spiegazioni e deciso che quelle spiegazioni non spettavano a me, ma a chi ha fatto tutto per conto suo, senza offrirmi nemmeno il beneficio di qualsiasi domanda. Ho lasciato perdere però ci penso. Più che altro penso all'ironia della cosa: io sono single, circa da sempre, eppure mi trovo immischiata in relazioni altrui senza che io nemmeno lo sappia. Ma le donne, oramai lo so (sempre con le eccezioni delle mie lettrici), sono una roba ben al di là della mia comprensione.

Chi mi ha ferito di più è stato un messaggio. Messaggio di cui volutamente escludo il mittente: mi ha ferito il messaggio, non il mittente. E non perché io lo giustifichi, questo mittente, ma solo perché lo capisco e gli voglio bene, nonostante, a volte, abbia la sensibilità di un bidet (cit.). Rientra tra quei tradimenti di cui dicevo prima: se qualcuno si comporta male, per me, con me, io non me la prendo se, e solo se, conosco già quel lato. Non tradisco, se mi spiego dicendo così, quella conoscenza che ho di lui. Conosco e quindi accetto, se non lo facessi sarei amica di una cosa che penso, non di qualcuno che, invece, è.
Mente con meccanismi strani, la mia, lo so.
Il messaggio mi ha detto, ma non in questi termini, che non gliene frega nulla di me e di quello che volevo dire, gli fregava di derivate e conseguenze. Perché vengo sempre dopo di tutti? Questo è l'amaro lasciato dalla posta. Prendo atto e mi dispiaccio. Più che altro di essere tanto “ingenua” da lasciarmi far la bocca cattiva da una cosa che, lo so, non vale quanto mi sembra.

Piove ancora. Ma io stasera mi guardo un film sul divano.

Distanze

R: fausto

LadyMarica | 13.03.2013

non l'ho vista, non guardo spesso la tv

R: R: fausto

Silver Silvan | 13.03.2013

Io, veramente, l'ho vista al semaforo!

Nietzsche e Banzan

banditore | 12.03.2013

"Camminando in un mercato, Banzan colse un dialogo tra un macellaio ed un suo cliente.
- Dammi il miglior pezzo di carne che hai - disse il cliente.
- Nella mia bottega tutto è il migliore - ribatté il macellaio".

che evidentemente conosceva il marketing.

"Così parlò Zarathustra e aspettò la sua infelicità tutta la notte: ma aspettò invano. La notte restava limpida e silenziosa e la stessa felicità gli si avvicinava sempre di più. Verso il mattino tuttavia, Zarathustra rise nel proprio cuore e disse in tono di Scherno: - la felicità mi corre dietro. Questo viene dal fatto che io non corro dietro alle donne. E la felicità è donna - .

Così parlò il Zara, che evidentemente non era fidanzato.

Come va, meglio? Se no, benissimo: è la prova che le ingenue fumisterie Zen, orientali od occidentali, non servono a nulla (mai superfluo ribadirlo) ma, considerando quanto queste pratiche siano legate alla ricerca di consolazione, si può supporre che siano in realtà più connesse al malessere; il malessere è in effetti un borborigmo simile ad una litania liturgica, ad un koan.
Perciò, con un ardito (perché non essere arditi?) salto di conseguenze, si può dire che uno spirito laico non può essere scoraggiato. Intelligentemente pessimista sì, ma non scoraggiato.
Forse una conclusione un po' zen, sì; tout se tient.

Un saluto.

R: Nietzsche e Banzan

LadyMarica | 13.03.2013

sai che è un libro che mi manca di Nietzsche? Mi fa paura, mi sembra difficile, non so. Ma magari questa estate...

bellissimo commento, un saluto Banditore

R: R: Nietzsche e Banzan

banditore | 15.03.2013

No, quest'estate no. Il Zara è tossico, d'estate, mentre è aspro d'inverno, arido in autunno e asfissiante in primavera; è come le malattie dei bambini: prese da grandi, fanno male.
Altrettanto dico per i racconti Zènn (da cui è tratto il primo esempietto); d'estate è meglio il mare. Con la maschera e il boccaglio, poi, si vedono cose che il Zara manco si sognava.
Allegria.

Altro che malinconia..

Tetto | 12.03.2013

Beh, guarda, io sono una con una dotazione di lealtà evidentemente troppo superiore alla media della popolazione, per questo trovo che il tradimento (di ogni genere) sia uno dei peggiori peccati. Sono molto dantesca in questo!
Ovviamente cercherei pari lealtà nel mio prossimo e mi capita invece con una certa frequenza di rimanere delusa. Tutto ciò, alla mia veneranda età, ancora mi amareggia non poco...

R: Altro che malinconia..

LadyMarica | 12.03.2013

condivido in pieno Tetto, hai centrato il punto!

<< 1 | 2

Nuovo commento