Non erano parenti, dice la nostra ospite; sicura? Ricordo la vicenda di un uomo abbracciato ad una ragazzina, in spiaggia, ed arrestato d'emblée prima di capire che era il padre, tenero e coccolone.
Ad un mio amico, in vacanza con la figlia quattordicenne negli USA, ogni tanto chiedevano se la ragazza fosse "sua moglie", cosa che, se da un lato inorgogliva l'amico, anche gli provocava una comprensibile angoscia.
Anni fa, io, in compagnia di una ragazza pur maggiorenne e debitamente svezzata, ma dall'aspetto retrodatato, mi son sentito chiedere se fosse "mia figlia". La reazione di lei è stata di a stento contenuta furia verso il domandiere. La mia, di gran divertimento per la gaffe dell'ingenuone.
Ma ammettiamo pure, nel caso raccontato, la tresca o, dicendola rispettosamente, l'unione; due maggiorenni s'incrociano per le ragioni loro, ed a modo loro. Che ce ne cale? Un mio amico, avvocato, diceva che il matrimonio è un contratto d'affari (e sposò una donna ricca), ma nessuno si sognò di giudicare quell'unione indebita: si voglion bene, tengono famiglia, procedono secondo i canoni allevando pargoli scolastici.
O vogliam dire che l'industrialissimo, invaghendosi della giovane segretaria, non l'abbia ad impalmare perché d'altra razza d'età e condizione e debba invece dar mano forzosa alla contessa di Pappagorgia?
E se poi il rapporto è squilibrato, quanti ce ne sono, e non per ragioni d'età; i miei giovani vicini si berciano come frontalieri di trincea, coetanei che sono, mentre in là vivono di un loro strutturato accordo una graziosa giovane con il suo ex prof di latino d'età a lei paterna.
Ci son più cose...
Signore, perché così aspre?
banditore | 09.04.2013