se passi da me vedrai che bella estate svolazzante che ho passato
A domani
Certe notti, ma non spesso, una voce fatta di sole, mare e occhi scuri si affaccia sulla mia finestra. Si appoggia sul davanzale con leggerissima presenza.
E' una voce, eppure è presenza. Curioso.
E' di una dolcezza che mi avvolge i capelli, come del balsamo preferito. Quello dall'odore inconfondibile. Una delle cose, il balsamo, che amo di più del dover vivere.
Certe notti, ma non sempre, viene per dirmi “a domani”.
E allora tutto diventa semplice. Dimentico che semplice non lo è, dimentico quello che so e pure quello che sento.
A lei, alla voce, basta solo dire quelle due piccole parole, “a domani”, per darmi la tranquillità per dormire.
E allora io so che domani avrò ancora il privilegio di osservarla sulla finestra che ho dimenticato aperta.
Dimenticato certo. Non si sceglie di affezionarsi a una voce che non puoi avere, a cui non puoi appartenere. Non oggi.
E così tutte le notti io non aspetto altro, altro che dimenticare, di nuovo, la finestra aperta cosicché lei arrivi.
Oramai ho dimenticato come si chiude.
E la stessa voce che altre volte si affaccia ricoperta di fiamme, di rabbia, di veleno. A volte me le merito, tutte le altre, che sono molte di più, per nulla. Arriva, non si appoggia al davanzale, nemmeno mi guarda, non urla, non parla.
Una voce che non parla. Curioso.
Ma è quel silenzio, quel freddissimo non dirmi nulla, a distruggermi. Le mie certezze polvere sui mobili, le mie speranze ragnatele che devo togliere.
Se ne va improvvisamente, senza commiato. Se ne va e a nulla valgono i miei tentativi di riportarla da me. Certe volte sono arrivata a pregarla.
E' tanto crudele quando in fiamme, quanto dolce quando è in pace. Ma la sua dolcezza, in pace, il suo meraviglioso suono armonico, dopo una sfuriata di silenzio, mi toglie i nodi, tutti, di dosso, mi dà così tanto che certe volte mi chiedo se sarebbe la stessa cosa se una delle due sue parti mancasse.
Mi piacciono entrambe.
In modi diversi e per diversi motivi.
Mi piace il dosaggio con cui le due parti, della stessa voce, si muovono.
Ma mi preoccupa, un po', che mi piaccia, anche, soffrire per lei.
“Dormi stanotte, ti prego”. Dice la voce.
Dormo stanotte, certo. Ma non prima di aver incastonato il ricordo di “a domani” in un quadro di parole.
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Guten Tag
Silver Silvan | 20.08.2013
Che c'entro io, nella giornata? Per carità, nulla da eccepire, è una Guten Tag! Lady, smettila di ciurlare nel manico, spolvera un po' e organizza una festicciola per la luna. Dov'è finito quel marmottone di Odi, quello che ti invita a cena nel 20123? E quell'antipatico di Bin? E banditore? Me li vedo, alla sagra della birra e della luganiga, ciucchi traditi e in procinto di fare il ruttino! A te, lady, ti vedo alla sagra dei frutti di bosco!