un bacio mio caro due puntini ;)
Chi è il coglione? La lei
Lui è arrabbiato con me dalla mattina. Lui, I, un ragazzo che bene o male frequento. In che modo non è dato di sapere. Senza ipoteche, anche se io, ogni tanto, qualcuna in più la vorrei. Ma è un demone, mio. Lo scaccio.
Nel pomeriggio si arrabbia di più. Per un motivo che, stranamente, non avevo nemmeno immaginato. Non è niente di veramente grave, per me, solo non gli ho spiegato una cosa. E di solito sono abbastanza attenta al possibile. Stavolta proprio non ci pensavo nemmeno.
Gli spiego tutto, dettagliatamente quando capisco perché sia infastidito. Non arrabbaito, infastidito. Spiego così che non ci siano problemi. Odio i segreti e certi impicci, li evito.
Poi, lui mi piace molto. Questo eh. Lungi da me dargli un motivo per fidarsi poco.
Quindi decido di non dirgli che quel pomeriggio prenderò un caffé con il mio ex. Lo decido con consapevolezza e pochi sensi di colpa. E' estremamente una cosa innocua. Non ci sarebbe nulla, nulla veramente, di male, anzi, I, lo so, non avrebbe alcun problema. Se glielo dicessi intendo. Solo, dopo tanto marasma, voglio stia tranquillo. Spiego al mio ex la situazione. La spiego bene senza scendere nei dettagli di chi sia o meno. Ovviamente. Ma gliela spiego per bene.
Tutto procede. Prendo con l'ex anche una birra, oltre il caffé. Due birre veramente. E non ho pranzato. Al solito sono un'idiota. Alla seconda birra non mi sento troppo bene, mi fermo, sempre con l'ex a mangiare qualcosa.
I. chiama mentre mangio un panino. Ho la testa così piena di birra che glielo dico dove sono. Non con chi ma gli dico dove sono e cosa faccio. Chiacchieriamo e io mi lascio portare lontano da lui, mentalmente. Al mio ex chiedo con gli occhi di aspettarmi un attimo. Lui scalcia e si incazza. Ma, francamente, non sono disposta a dar adito ai suoi capricci immaturi per una mezz'ora di telefonata. Mi sentirei in colpa in un altro momento, ma in quel momento sono contenta di parlare con I e non vorrei finisse.
Poi attacco e usciamo dal locale. Rimprovero l'ex dicendogli che stava per farmi beccare. Sono quasi arrabbiata, ma non ancora.
Ci stiamo per salutare, io e l'ex, quando la mia I richiama. Io rispondo di nuovo. Non posso e non voglio, soprattutto non voglio, non rispondere. Chiedo a I. di aspettarmi 5 minuti. E proprio mentre sto agganciando il mio ex grida alla cornetta: “sei un coglione. Tu sei un coglione!”.
Panico. Totale e immenso. Attacco il telefono senza nemmeno fingere un saluto. Le lacrime mi spuntano sugli occhi, senza motivo. Ho paura. Guardo l'ex, che non è, su questo ha ragione lui, un mio amico, affatto direi, con profondissima rabbia. Gli urlo qualche parolaccia, lo insulto. E io non perdo mai, così, la calma. Non mi succede spesso di arrabbiarmi e inveire, soprattutto se sono in posti pubblici. Ma la rabbia gestisce tutta la mia voce, non la controllo.
Sono certa che I abbia capito. Certissima.
In quel momento non riesco a trovare il suo numero, per richiamarlo e spiegarmi, sulla rubrica, tanto mi tremano le mani. Entro nel palazzo di casa. Cerco il numero mentre salgo le scale. Ma non lo trovo comunque. Poi sento l'ex, dietro di me chiamarmi. Marica, Marica, Marica. Mai un nome, ripetuto tanto mi ha dato più fastidio. Lo guardo ferma su un grandino, lui più basso. Gli dico di smetterla di chiamarmi e andarsene al diavolo. O una cosa del genere. Gli dico che se mi ha fatto perdere I. non avrò pietà. Non è tanto la mancanza di rispetto per me da parte dell'ex, in quel momento, a ferirmi è l'aver messo a rischio qualcosa che mi appartiene, qualcosa che mi fa essere felice attualmente. Divento una iena, una combattente. Non so se mi spavento o piaccio.
Lui farnetica qualcosa. Io non lo sento. Forse è questa la fine che non c'è mai stata faccia a faccia.
Richiamo I. Lui, come al solito, attacca e mi richiama subito. Per fortuna richiama.
Mi aspetto quello che mi merito, niente altro. Mi aspetto che sia arrabbiato, arrabbiato veramente. Non sento nemmeno la paura in quel momento. Piango, al mio solito, e con ogni mezzo faccio in modo che lui non senta. Lui mi dice, gelato: “chi è che mi dà del coglione?”. Sapevo avesse capito e non mi stupisco minimamente.
Spiego. Con poca calma e lentamente, oramai sdraiata sul letto, con le gambe appallottolate verso il petto e coperta fino al collo. Controllo il respiro e la voce senza riuscirci veramente. Non voglio capisca tutta la mia angoscia. Non deve capirla.
Lui mi lascia parlare, interviene con qualche semplice e sporadica domanda. Non so come si incazza e quanto, temo di scoprirlo. Poi lui mi dice qualcosa di infinitamente dolce, che in altri contesti magari mi darebbe la sensazione di "troppo", ma non in quel caso.
I. non è uno che si lascia andare alla dolcezza, lo fa oggi, forse per la prima volta, perché ha capito. Secondo me.
Mi dice una cosa come: “calmati e smetti di piangere che sennò mi arrabbio sul serio. Con te, ma soprattutto con quell'idiota”. E' colpa mia, non dell'ex, io lo so. Ma sono contenta lui non sia tanto arrabbiato da lasciarmi lì, annaspante, nella mia angoscia.
Rispondo che non sto piangendo perché mi viene più naturale che ringraziarlo, in silenzio, della frase.
Finisce la telefonata e sono decisamente più serena. Ho quasi voglia di ridere. I. mi asseconda e mi prende in giro su quello che so odia di me: il mio ascoltare i negramaro. Eh, che volete farci? Ogni tanto mi distraggo.
Mai, mai veramente ho fatto un disastro del genere. E mai, in regalo, mi hanno offerto tanta maturità.
Salgo in macchina, per cenare dai miei, poco dopo. Mi sento (giustamente direi) uno schifo e piango un altro po'. E' rabbia, è il troppo della giornata. E' l'arrabbiatura sull'ex. Ex che dice, ancora, di amare. Ma l'amore non è così, non funziona per ferire egoisticamente, per ferire e distruggere qualcosa a cui l'altro tiene. Magari funziona per ferire e raccoglierne i pezzi, per viverseli insieme. O questa è la mia sporca visione dell'amore, almeno.
E' una stupidata forse. Ma il faccia a faccia con la Marica che s'arrabbia, che non controlla la reazione, che non ha programmato correttezza universale, non mi scivola addosso con facilità.
Ci scrivo sopra allora. Alla Vostra, ovviamente.