E' la notte giusta

31.10.2013 21:58

Sono una deficiente. E siccome sono deficiente faccio cose da deficiente. Il concetto che deve rimanervi chiaro è la mia deficienza, non so come altro dirlo.

Ieri notte esco con degli amici per il quartiere romano di San Lorenzo. Un bel quartiere, pensavo.
Già, perché io, ci vorrebbe un coretto, sono deficiente. E siccome sono tanto deficiente penso che li si sia tutti comunisti, tutti figli dei fiori e tutti per la pace. Già, sono deficiente.

Mi allontano dai miei amici per rispondere al telefono e mi immetto in un vicolo non meglio precisato. Un ragazzo mi si avvicina e inizia a minacciarmi. Tutto quello che io riesco a fare, trascinata dal ragazzo, è dire al mio interlocutore al telefono il suo nome piagnucolando. Sono deficiente e ammetterlo mi fa sentire meglio.
Per farvela breve, mi ritrovo davanti a un bancomat, senza più telefono e con un coltellino puntato addosso che mi dice:
“se non vuoi una coltellata in pancia dammi il pin”. Glielo do anche più che velocemente. Poi il tipo si intestardisce su una tessera punti pensando che fosse, invece, chissà quale tesoro. Vuole il pin anche di quella. Ma quella scheda non ha un pin, quindi non posso darglielo.
Finalmente la tragedia finisce e il tipo si allontana con un centinaio di euro e un telefono.

Quindi sono sola. In mezzo alla strada, senza un mezzo per comunicare con qualcuno.
Penso a come tornare indietro. Penso al mio fidanzato, I. che starà impazzendo per la rabbia e la preoccupazione in un misto che mi spaventa a morte. Penso ai miei amici anche loro, immagino, sconvolti e preoccupati. E penso a tutto insieme, senza ordine.

Cerco i miei amici che però si sono già spostati a cercarmi. Mi infilo in una paninoteca e chiedo una telefonata. Ho la bocca secca e non riesco a parlare. Sembro matta (oltre che deficiente, ovvio). Il gestore della paninoteca mi scaccia. Quindi mi ritrovo di nuovo in strada. Decido di spostarmi da San Lorenzo e prendere un autobus. Ne trovo uno di cui conosco il percorso, fortunatamente.
Sull'autobus devo far pena a chiunque. Quindi un ragazzo di cui conosco solo il nome, Tommaso, si offre di farmi un po' di compagnia e gli racconto cosa è successo. L'autobus si ferma al capolinea. E il ragazzo si offre di scortarmi a casa. Io gli dico che preferirei se ne andasse, va bene essere deficienti ma non mi fido così facilmente subito dopo il coltellino. Lui ride e mi assicura che non vuole altro che farmi arrivare in un posto in cui io sia tranquilla. Arriviamo a casa mia. Ovviamente non ho le chiavi. Lui ferma un passante e chiamiamo i vigili che ci rispondono che se non sono un anziano o un invalido non intervengono fino a mattina. Mi metto l'anima in pace decidendo di aspettare lì, prima o poi qualcuno sarebbe arrivato ho pensato. Ma il mio Tommaso accompagnatore insiste per portarmi a una stazione affollata così da cercare un po' di compagnia e un altro telefono e provare a chiamare i miei.
Riusciamo nell'impresa anche se io avrei mollato. Trovo il telefono e chiamo mia madre che per fortuna è sveglia avvertita dai miei amici dell'accaduto.

Mi siedo davanti a un bar ben illuminato. Due tipi mi si avvicinano, vedendomi in lacrime (ancora sì) e mi chiedono di raccontare la storia. La racconto, di nuovo. Mi offrono un caffé per ammorbidire le labbra e pure una sigaretta. Quindi entriamo nel bar a prenderlo e racconto di nuovo tutta la storia. Stavolta al barista.

Mentre sto bevendo il caffé e raccontando arriva mia madre con mio fratello. Poi le mie amiche, avvertite da mia madre. Tutti mi abbracciano. Racconto di nuovo la storia. Telefono a I. I. che incazzato nero, deluso, sollevato ma più incazzato.

Sono le 5 di notte. Non ho paura.

Oggi racconto di nuovo la storia: a I., ancora arrabbiato, per intero. La racconto a un'amica di I. Poi la racconto a i carabinieri per la denuncia. Quelli sostengono che la mia versione non è molto credibile (una serie di balle -cit.) e che probabilmente sono una drogata che non si ricorda che io e il mio rapinatore eravamo amici.

Non faccio la denuncia.

Torno a casa e racconto la storia a mia cugina al telefono.

Mia madre insiste con la denuncia. I. anche. Ma io non so così convinta. Stasera, stupidamente, una folle paura mi ha presa. E' deficiente anche questo in effetti. Voglio scordarmi tutto con la promessa che non andrò mai più in quel quartiere, francamente, e che mai più mi allontanerò da sola.
La donna che si credeva stocazzo.
Voglio non pensare mai più a quella faccia e a quella voce. Mai più al telefono che squillava senza che io potessi rispondere.

E' la notte giusta per avere paura e il momento giusto, forse, perché io capisca che devo aggiustare il tiro, che questo qui non va per niente bene.

E' la notte giusta

Qzbrcqitn | 13.12.2013

dfddgdfgf

31 ottobre... la serata delle streghe

Esperia | 05.11.2013

se quello che racconti è la verità...... ti e andata da DIO

"deficiente"?

banditore | 05.11.2013

Giurabbacco: che brutta avventura.
Ma perché "deficiente"? Non è prudente certo, isolarsi nei vicoli bui, ma non sappiamo quanto buio ed isolato fosse quel vicolo; in ogni caso, i briganti esistono da sempre e prosperano anche senza le nostre piccole ingenuità.
Piuttosto, trovo strano lo sviluppo della storia e credo ciò dovuto alla residua agitazione nel riportarla. Il comportamento di passanti e carabinieri mi pare inconsueto: un passante non direbbe: "ti porto la bar", ma "hai chiamato la polizia?" - ed un carabiniere: "firmi la denuncia, Signora", non "ma lei è drogata e ballista, Signora". Somiglia ad un brutto sogno. E' passato. In ogni caso, farei comunque la denuncia, anche solo per sentirmi meglio. Un saluto.

Il problema

O | 04.11.2013

non è san lorenzo, o testaccio o altro ... il problema è andare in giro da sola (anche se per rispondere ad una telefonata) alle 3 di notte (o forse più tardi ancora) ... Ti è andata bene, tutto sommato, ma mi associo a chi mi ha preceduto: fai la denuncia!!!

Una delle amiche in pena.

Pant | 01.11.2013

Passa a studio e fai la denuncia "Cazzona"( cit.)

QUOTO!

Se chiamavi i pompieri,con una lastra aprivano la porta di casa in 2 secondi e stavi a casa!Arrivavano subito,invece di tirarsela e menarsela come quei coglioni della municipale. ( Che mi tocca leggere,ITALIA!)

Per il resto... ci hai fatto sbiancare,ma ti voglio bene e ti dico solo di ricordare quegli abbracci. :) Solo questo.

Una delle amiche in pena.

Pant | 01.11.2013

Fai la denuncia "cazzona" ( cit.)

La prossima volta ( una volta che non succederà mai),chiama i pompieri che con una lastra ti aprivano casa,senza tirarsela come quei coglioni della municipale ( che mi tocca leggere)! ITALIA!

Ti voglio bene! TANTO!
Ricordati solo quegli abbracci!

cugina in ansia

msdc | 01.11.2013

Anche se ho saputo tutto dopo, sono rimasta sconvolta uguale, pensare a te, nelle mani di due tipi con un coltello mi ha fatto venire i brividi.Non allontanarti più, non andare in giro di notte, butta la carta dell'agip, smettila di fumare, allacciati le scarpe, e metti una canottiera.

R: cugina in ansia

LadyMarica | 01.11.2013

ahaha, metti la cannottiera non me l'aveva ancora detto nessuno! :D

machecazzo!!!

Io | 01.11.2013

non ti si può leggere!!
Ma alta come sei, potevi tirargli una cinquina!!!
Passa a studio che facciamo la denuncia, cazzona!!!

R: machecazzo!!!

LadyMarica | 01.11.2013

:*

lo so, è scritto abbastanza di merda.

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