Giungla Nera

05.02.2013 02:46

Settimana difficile. Penso al se cambiare casa, dopo 4 anni di questa qui, compio gli anni, preparo un esame che andrà male (!) e in più conto. Poi aggiungiamo che sono una povera masochista nelle mani di persone sadiche e avremo il quadro completo.

Se c'è una cosa che volevo fare era andare a vedere Django, il nuovo film di Tarantino, con qualcuno che mi tenesse anche la mano. Mica perché sia essenziale, più che altro perché la trovo una coreografia simpatica ogni tanto. Per cambiare insomma. Certo è, che non avrei voluto scegliere fra questo desiderio e la mia sanità mentale. Il sadico, ovviamente, mi ci ha costretta e io ho, quindi, scelto la prima a sacrificio della già provata seconda.


Perché il mio sadico, bellissimo e dalle mani calde stasera, ha scelto il cinema più difficile che potesse scegliere, proprio nel mezzo della temutissima Giungla Nera.
O Giungla Nera per me.
Quella più o meno nota come “zona trastevere a Roma di sera e quindi con obbligo di guidare e parcheggiare in un posto con troppe macchine e nessun parcheggio”.


Oh signori miei!
Io vorrei, prima di andare avanti, escludere un argomento: non fa parte di questo post il motivo per cui io accetti, alla fine, di andare nella Giungla Nera. Non ve lo chiedete perché la risposta non esiste. O meglio, la risposta è sbagliata e banale. Perché mi andava più angosciarmi nella Giungla Nera che non farlo.

Quindi mi metto di impegno, chiudo i libri e mi studio il percorso su google masp. Che dio lo benedica sempre, è il più grande supporto allo smarrimento cerebrale. Poi passo dalla msdc (mezza specie di cugina) e mi approprio del suo tom tom (non parlavo di debiti in qualche post fa?). Così mi chiudo l'angoscia circondandola di cuscinetti. 

Ovviamente, se ve lo state chiedendo, no, non serve a niente.


Parto con due ore di anticipo da casa. Google masp segna, no, perché sennò non vi spiego bene quanta della mia sanità mentale mi son giocata, che ci metterò circa 20 minuti. Eh, ma per me i suoi venti minuti sono una previsione a dir poco ottimista: io devo arrivare nella Giungla Nera, e parcheggiarci, google masp non può sapere mica tutto.

Faccio la strada, che conosco, per quanto l'ho guardata, perfettamente, e ci metto meno del tempo stimato. Da me e pure da google. Però la mia angoscia non è ancora in salvo. Prima devo parcheggiare. Mi ricordo, all'incirca, di dove ho parcheggiato l'ultima volta che sono stata in terre così selvagge. Quindi becco, a fortuna, la traversa giusta e mi ci ritrovo.  Di parcheggi ce ne sono pochi, però uno per me c'è. Mi ci infilo come aggrappandomi all'ultima speranza. Però, qualcuno di poco furbo, mi si è messo dietro. Io nel parcheggio ci entro ma storta e a dir poco impossibilitata a uscire.

Quindi provo a girarmi un po', a sistemarmi, ma la mia incapacità proverbiale mi fa uscire, per rientrare, esattamente all'identico modo. Non smanio, ma solo perché ho paura.

Improvvisamente, mentre sono impegnatissima a entrare e uscire dal parcheggio sempre nella stessa posizione, una figura dal lungo cappotto nero mi si poggia vicino. Io lo guardo con gli occhioni da “aiuto” che non sono consapevole di saper fare ma, guarda tu, mi riescono così involontarimente bene. Il tipo, forse 45 anni, mi chiede se voglio una mano a uscire. In realtà io voglio una mano a entrare. Glielo dico sorridendo di scuse. Lui gentilmente mi indirizza e magicamente la macchina entra nel modo giusto. Io gli rivolgo il mio sorriso bellissimo (non tanto bello, ovviamente) ringraziandolo e lui mi dice: “speriamo che quello che deve entrare nell'altra macchina non sia un ciccione” e mi fa l'occhietto.

Gentilissimo, veramente e senza ironia. Avrei pianto se non fosse arrivato lui. La cavalleria fa una ola insieme al mio essere così donnicciola isterica.


Talmente tanto è stato gentile che è con mio forte rammarico che devo scendere dalla macchina, anche se ho cercato di perdere tempo, prima che lui sia andato via. Perché deve aver pensato di avermi dato della cicciona visto che io sono scesa dal lato passeggero.


Sul film aggiungo. Mi piace il sangue, nei film dico, ma non apprezzo, incredibilmente, le torture con le fruste (eh, mente instabile: non ho problemi col massimo delle torture sadiche nei film ma se c'è una cosa che veramente odio guardare sono le fruste sulla pelle umana) però, Tarantino mi è piaciuto, come mi piace spesso.
Sarà che ha quell'ironia, quel doppio (triplo, quadruplo o boh) messaggio che se non cogli ti guardi solo il sangue.

Sul sadico aggiungo. Forse l'ho torturato anche io, un po', alla fine. Come a dire che in ogni masochista c'è un po' di sadismo?

E sul ritorno a casa aggiungo. E' stato più facile dell'andare, ma è sempre così.

Giungla Nera

Parcheggio

O | 05.02.2013

Certo che paragonare Trastevere alla Jungla Nera mi sembra un filino esagerato. E poi mi pare che sei sopravvissuta.

Non ho capito la storia del sadico e del masochista, ma non mi meraviglio più. Questo post sembra anche semplice, ma ci sono dettagli che mi sfuggono-.

Django l'ho visto anche io, da solo però. Non male anche se un paio di scene le ho trovate eccessive.

R: Parcheggio

LadyMarica | 05.02.2013

ah, tu non puoi sapere che cosa sia la Giungla Nera per me :)

e sul sadomasochismo non ci capisce niente nessuno, credevo che almeno tu...

R: R: Parcheggio

O | 05.02.2013

sul sadomasoschismo posso farti delle lezioni, è il riferimento specifico che mi sfugge, non ti ci vedo a fare la sadica, al più la masochista!

Django e parcheggio

Yaxara | 05.02.2013

Io ho visto "Django" con qualcuno che mi accarezzava la mano, col risultato che mi sono domita meta' film. Ma io con Tarantino ho problemi, mi sono dormita anche "Kill Bill".
In compenso sono l'archetipo della donna: non so parcheggiare. Fatemi guidare, forse ci riesco, ma parcheggiare nada. Per me quella e' la vera tensione...

R: Django e parcheggio

LadyMarica | 05.02.2013

Su Kill Bill ho dormito anche io, ahimè :)

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