Italianità

07.05.2013 14:11

 

Esame ore 9, nell'aula X. Lady Marica arriva alle 8.20 e montando un cospicuo anticipo decide di prendersela comoda. Vuole fare l'esame presto, molto prima della maggioranza, ma nemmeno così per prima. Il primo, in una qualche ottica, esibisce una forte sicurezza di cui lei proprio non dispone. Però arriva all'aula, guarda le persone e scopre che ci sono già più di 30 iscritti sul foglio.

Italianismo è quella grave forma di “tanto lo fanno tutti” per cui quando a un esame ci si iscrive in liste cartacee allora oltre al proprio nome si scrivono anche quelli degli amici sparsi nel mondo. E così tu diventi “ritorni il giorno dopo”. Una bella scocciatura, ma si sopravvive.

Appresa della faccenda Lady Marica decide di assistere comunque a qualche esame. Ma prima prenderà un caffè. Si avvicina alle macchinette, prende il suo caffé, ripete mentalmente qualcosa fumando una sigaretta e poi ritorna all'aula x.

Vuota. Sono scomparsi tutti. E nonostante non avesse desiderato altro per tutto il tempo del caffé Lady Marica crolla nel terrore osservando che insieme ai tutti è sparita anche la lista coi nomi degli iscritti.

Il terrore è dovuto al fatto che, solitamente, se non si è presenti all'appello, il professore considera vana l'iscrizione. Del giorno stesso e di quello dopo. Di tutto l'appello.

Senza un cartello, una segnalazione, un avviso. Sono tutti riuniti chissà dove. Fosse per me istituirei una pena di morte per molto meno.

Così Lady Marica si getta a capofitto nella ricerca dell'aula dell'esame. La cerca e non la trova. Allora domanda in portineria e si sente rispondere che non lo sanno. Un professore sposta il luogo dell'esame e non è possibile saperlo in nessun modo se non con improvvise illuminazioni?

Italianismo è quella forma tanto grave di "non me ne frega niente" per la quale quando spostano l'aula di un esame nessuno si preoccupa di attaccarci un cartello e il portiere si sente legittimato a risponderti che lui, di certo, non lo sa.

Il “di certo” mi fa montare la rabbia.

Fortunatamente incontro una ragazza che mi dice che l'esame è stato spostato in aula Y. Io torno dal portiere e gli comunico che è in Aula Y e che se qualcuno glielo chiede è pregato di dirglielo. Sono infuriata nera ed è bene che lui lo sappia. Poi torno nella prima aula, nell'aula X, e scrivo un cartello per dire a chiunque cerchi l'esame dove si trova.

All'italianità si risponde con l'anti-italianità. E mica perché è bene farlo, anche, ma anche solo perché fa bene all'arrabbiatura allontanarsi da quello che ci fa arrabbiare.

Italianità

quanti ricordi...

Tetto | 13.05.2013

ah, i meravigliosi anni dell'università. Con esami-fantasma che non si sa dove si svolgono; professori che non si presentano o arrivano ore dopo e rimandano il tutto all'indomani, o alla settimana successiva; liste cartacee che vengono rimosse, riscritte, strappate, annullate; interi appelli delegati agli assistenti,con i prof che compaiono solo al momento di dare il voto; e anche studenti che sgomitano per passare avanti, millantando problemi inesistenti ecc... ecc...
Poi ti ritrovi a fare queste trafile per riuscire a interloquire con i professori di liceo di tuo figlio, e rimpiangi tantissimo le arrabbiature e palpitazioni universitarie!!

complimenti per l'ennesimo 30 e lode.

Però,

Micol | 10.05.2013

menomale che c'è gente come te anche!

R: Però,

LadyMarica | 11.05.2013

io sono la normalità, o dovrei esserlo, non l'eccezione :(

Ma alla fine

O | 10.05.2013

hai preso 18 ... o 30 ?

R: Ma alla fine

LadyMarica | 11.05.2013

30 con lode :P

solo routin

Esperia | 09.05.2013

cara Lady...stai descrivendo ,ciò che può succedere in qualsiasi Facoltà...Il termine routine indica un modo pratico e consueto di procedere nell'attività
quotidiana. Può anche avere connotazione negativa, aggiungerei mancanza di "rispetto" verso gli studenti

R: solo routin

LadyMarica | 11.05.2013

sicuramente è routin, ma mica per questo qualcosa di giusto, anzi. E poi io non do la colpa agli insegnati ma alla cooperazione tra studenti.

Mi spiace, ma no

Yaxara | 07.05.2013

Per quanto riguarda il menefreghismo del professore, vorrei poterti dire che certe cose fuori dall'Italia non succedono, ma no, non e' cosi'. Il menefreghismo e' insito nel professore universitario, la maggior parte dei quali pensa "io so' io e voi nun siete un cazzo". Il peggio e' che come tale agisce. Per cui per lui sara' sempre colpa dello studente, a prescindere. Mica sta a lui di sbattersi, figuriamoci...

R: Mi spiace, ma no

LadyMarica | 07.05.2013

Oh, io non mi riferivo specificatamente al professore. Temo che la cosa non dipendesse da lui ma da decisioni di aule. Un cartello sarebbe stato opportuno anche dagli studenti o almeno, molto di più, avere una qualche informazione dalla portineria.

R: R: Mi spiace, ma no

Yaxara | 07.05.2013

Pero' anche il prof se n'e' felicemente sbattuto, poteva lasciare detto. Poteva mettere lui il cartello, visto che l'esame era suo.
Poi ovvio che il menefreghismo e' andato in cascata, per arrivare fino agli studenti.

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