La domenica notte arriva sempre (e puntuale)

25.02.2013 01:22

Tutti hanno qualcosa a cui aggrapparsi, per sopravvivere. Qualcosa che li faccia pensare meno, qualcosa a cui si possa credere sempre, qualcosa che riempia i giorni, che li faccia scorrere dandovi una qualche idea di diversità, una qualche sembianza di direzione, un qualche miracoloso sentore di senso.

Può essere una macchina, una motocicletta, un telefonino, una relazione, qualcosa di materiale insomma, oppure un'idea, una modalità di pensare, un ideale composto, una credenza ontologica o, anche, semplicemente il niente. Tutti hanno qualcosa, e per quei tutti, ognuno da solo, ognuno riunito in gruppi di quel qualcosa, quella cosa è sacra. 

Io, per me, ho lo scrivere, questa pretesa forse troppo grande per me, questo desiderio doloroso, a volte arroganza, di essere brava a farlo, quella che è forse più una cosa che vorrei che molto altro. O questo lo penso quando sono malinconica.
Poi ho il distruggere le cose che penso, ho pensato o sono abituata a pensare, il distruggere quello che si pensa, in generale. Ho, e mi tengo, il preferire i dubbi. Che sarebbe un'ottima cosa, certo, ma che è fortemente limitata da quello che mi tengo, strettissima, e che, per me, costituisce Marica. Non so se mi spiego. Distruggi che ti distruggi, continui sempre a mantenere qualche certezza, almeno, se non vogliamo parlare delle altre, quella di distruggere.
Mi tengo anche la filosofia, ovviamente. Quella grandissima invenzione greca che ha dato all'uomo la domanda, prima, per pensare. Me la tengo tutta, odiandola e amandola, criticandola e riempiendomici, senza farmela mai bastare, senza arrivare a nulla. La filosofia è una cosa meravigliosa, solo che non fa il pane. E non intendo che non dà da mangiare, per carità, intendo che per darla alle persone, eppure io credo farebbe meglio di qualsiasi altra cosa, sarebbe meglio di qualsiasi voto politico giusto, di qualsiasi cerotto economico, ci vuole qualcosa si più dell'impegno personale.
La filosofia è qualcosa che suona come vuoto, anche se suona per tutti e riempirebbe tutti.
Tengo ancora per me altre cose, cose in cui credo, cose che amo, cose che mi regalano distrazione. La dieta e Harry Potter sono la mia arma migliore contro il tempo che scorre e la limitatezza di una settimana. Qualche bacio rubato, qualche tocco di pelle fortuito dall'avanzo dei vestiti, qualche sorriso nascosto mi danno tenerezza col contagocce, quella che non mi basta ma mi serve.

Tutti si aggrappano a qualcosa per pensare di vivere. A qualcuno succede di scordarsi, così facendo, del perché non basta.
Ma sono dei fortunati. Tutti gli altri, la domenica notte non riescono a dormire facilmente.

E mentre li sento rigirarsi nei letti in cerca della posizione che risolverà il loro pensare col sonno sembra quasi di leggerevi un unico, universale, pensiero: "domani farò quella cosa che voglio fare da così tanto tempo. Cambierò, mi appassionerò a un'altra cosa, a una nuova, a una migliore." 
Ma poi forse, a ben vedere, conviene non farlo, così ci si può pensare anche la prossima domenica notte.

La domenica notte arriva sempre

Anche tu?

Yaxara | 25.02.2013

Difficolta' a dormire la domenica notte? Siamo in due. Ma io mi demolisco in nome del nulla :)

R: Anche tu?

LadyMarica | 25.02.2013

difficoltà è un eufemismo. Passo il tempo a guardare il soffitto buio, sentire i rumori in strada, pensare al disastro totale.
Eh, notti faticose. Il lunedì mi sento sempre un sacco meglio però :)

Il lunedì mattina

O | 25.02.2013

... poi ci si sveglia, e non è cambiato niente, si è solo un pochino più vecchi ...

R: Il lunedì mattina

LadyMarica | 25.02.2013

e molto più stanchi. E ci si dice: "ah, se ieri sera avessi dormito invece di pensare al niente..."

:)

R: R: Il lunedì mattina

O | 26.02.2013

... o "ah se avesi fatto un pò di sesso selvaggio, anche onanistico ..."

:-)

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