[Lettera ai cavoli] Ottaviano
Ho deciso così. Cioè di riproporre, mentre sperimento se sono troppo affezionata al mio vecchio (non vecchissimo) blog per lasciarlo o se la facilità dell'edit di questo posto mi convince tanto di più, di riproporvi i miei articoli, a mio unico giudizio, meno inutili.
In attesa di decisione spulcio le vecchie carte.
Caro mio dolce amato individuo dalla dubbia normalità,
ti scrivo oggi la mia lettera, d’amore struggente se avessi ancora dubbi al riguardo, oggi, proprio oggi, che ho scoperto il tuo tradimento imperdonabile.
Ti ricordi il giorno in cui ci siamo colpevolmente visti?
Oddio, non sono sicura che ci fosse una reciprocità di azione in effetti, però la logica mi spinge a dire che in un corso di 10 persone forse ti sarà capitato, per una questione logistica e non intenzionale, di guardare anche me. Però sono certa di aver colto quella disarmante passione, quell’interesse peculiarissimo con cui si guardano, che ne so, i banchi, i muri e gli oggetti d’arredamento in genere.
Io che eri mio lo avevo capito subito. Insomma, non potevi avere quell’aspetto da, diciamocelo, sfigato intellettuale e non esserlo, volutamente, per me no? E nel medesimo istante ho capito anche che eri l’uomo della mia vita e aspettavi proprio me. Anche perché, essendo “della mia vita” non potevi certo aspettare un’altra, altrimenti saresti stato della sua vita.
Mi spiace essere tautologica, ma l’amore fa anche questo.
Ti ricordi quando mi hai ceduto il passo per uscire dall’aula?
Non dovrei scrivere di dettagli così intimi e segreti, ma voglio essere esplicita. Io venivo dopo di te (!), uscendo dall’aula, tu ti sei fermato davanti alla porta, l’hai aperta, di sei spostato leggermente a sinistra (anche questo ha influito sulla mia decisione finale di sposarti: hai scelto la sinistra consapevole di piacermi di più così, è chiaro!). Io ti ho guardato come per dire “c’è un uomo con la motosega dopo questa porta?” e tu mi hai sorriso dicendomi: “prego!”.
Il sorriso più brutto che si ricordi probabilmente ma fortunatamente io non me lo ricordo bene.
E’ stato in quel momento che ho deciso di concederti la mia mano ufficialmente. Mi dovresti essere grato (iniziamo con le frasi tipiche da matrimonio avvenuto?) ti ho risparmiato la corte costosa e penosa, le buche, i ritardi incredibili, le crisi isteriche da mancanza di sicurezze, le gelosie, i pranzi con i rispettivi genitori, le proposte serie, il sesso frequente e anche l’angoscia della risposta alla fatidica domanda.
Ho già detto sì, immagino sarai sollevato.
Sono i tuoi occhiali a fondo di bottiglia ad avermi fatta innamorare o i tuoi capelli ricci da pianista matto? Credo sia la cultura sfrenatissima. Devo avere qualche patologia psichiatrica (immagino che la notizia, amore, ti farà piacere!) che mi fa invaghire sempre di tizi che sembrano conoscere il tutto (o ci vanno molto vicini). Comunque anche se il motivo del nostro amore è una malattia psicologica non vedo perché dovremmo considerarlo meno importante.
Comunque, il fatto che io e te siamo oramai fidanzati ufficialmente da tre giorni e che la data delle nozze sia oramai prossima mi dà una grande serenità. Che tu non ne sappia assolutamente nulla è praticamente la stessa cosa solo detta dal tuo di punto di vista. E non vedo perché dovrebbe essere più importante del mio questo punto di vista, non cominciare a fare il maschilista!
Ma tutto questo era, ed era bellissimo, prima di oggi. Tu non lo sai ancora (sì, nemmeno questo) ma sto pensando di lasciarti. Oggi sono venuta a sapere qualcosa che non conoscevo prima, qualcosa che riguarda il tuo passato più passato, qualcosa di ahimè non superabile tra noi.
Come hai potuto fare (o lasciar fare) una cosa del genere?
Come puoi chiamarti Ottaviano?
E smettila di giustificarti! Non importa che non lo sapevi (no aspetta, credo lo sapessi già prima di questa lettera) o che non volevi o che non è stato intenzionale. Importa quello che è, non le buone intenzioni. Importa che ti ci chiami (e qui lacrime amare, isteriche e tante)!
Dico, ma come posso farmi fare delle partecipazioni di nozze con un nome così? E come posso trovarti un soprannome appiccicaticcio e amorevole? Ti chiamo “Otty”? “Ottavy”? Capisci che nessuna relazione matrimoniale sarà mai possibile senza un soprannome in y? Cavoli! Perché sono l'unica a preoccuparsi delle cose importantissime?
Potevo sopportare tutto. Potevo sopportare di essere l’unica ad amare, l’unica a sapere della nostra storia incredibile, l’unica a sposarsi, ma certo non posso sopportare un brutto nome.
Mi dispiace. Fa più male a me che a te (anche perché continui a non saperne nulla immagino) ma così non posso (e non potrei) vivere.
Rispettosamente, per sempre, tua
L.M.
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