Quando non vuoi sopravvivere

08.07.2013 13:16

Una mia amica, oggi, mi informa di aver perso suo padre una settimana fa. E' una di quelle amiche lontane, assenza e presenza, senza obblighi formali. Appena qualcuna delle due vuole, l'altra c'è. Solitamente capitano mesi interi senza nemmeno un “come stai”.
Non è disinteresse, è che ci definiamo sempre due anaffettive. O claustrofobiche per i rapporti simbiotici, vedete voi.

Rimango sbalordita dalla notizia. Quel padre raccontato nei suoi post, quel padre di cui ho letto tanto è morto. Senza che io me lo immaginassi. Non ho nemmeno chiesto come. Codardia o discretezza. Non lo so.

“Non dovrei parlarne con te”, mi ha detto lei, “non voglio farti rivivere certe cose”.
Rivivere è una parola strana. Si può conservare un ricordo, nitido, senza toccarlo.
Io ricordo. Tutto.
E posso scriverne e parlarne senza che la mia mente lo viva mai. Lo ricordo, ma non ci entro, non so se mi spiego. Rimango a far la spettatrice, non identifico nemmeno i volti.
Di solito non ne parlo, in realtà. Ma perché sono così egoista che voglio che rimanga solo mio.

“Come si sopravvive?”
Questo mi ha chiesto. Una domanda che scende come un pezzetto di ghiaccio sulla schiena.
Le ho detto una cosa vera, forse solo per me. Le ho detto che si sopravvive e basta, per caso. Ma è quella la vera tragedia. Si sopravvive perché non si può fare altro, ci si sente colpevoli della vita.
Forse avrei dovuto dirle che il tempo guarisce tutto ma non è vero.
Le ho detto che andrà peggio. Andrà peggio perché da adesso vedrà tutta l'ipocrisia di chi la circonda. Il loro, giusto, egoismo. Farà altro male sentirsi soli, un muro tra gli altri, impenetrabile.
Allora odierà.
Odierà tante persone, persone di cui si fidava. E lo sentirà morire di nuovo.
Ma poi l'odio la riempirà. In tutto quell'odiare scoprirà che ancora riesce a fare qualcosa che non credeva: provare qualcosa. La rabbia e l'odio la restituiranno al mondo.
E si abituerà al sopravvivere, finendo per non sentirsi più la colpa ma solo la tremenda amnesia del “ma come ho fatto a non morirne?”.

A te, oggi, vanno tutti i miei pensieri, amica mia.
Quando toccò a me, qualcuno mi scrisse un post simile. Mi sentii protetta.

Quando non vuoi sopravvivere

eehhh, cara mia

Tetto | 31.07.2013

I lutti sono un'ottima cartina di tornasole per riconoscere chi veramente tiene a noi. Quando se la squagliano tutti, rimangono giusto 2-3 persone. Senza tanti fronzoli, semplicemente ci sono.
Tutti gli altri, secondo me, non meritano il nostro odio. Basta depennarli all'istante dalla lista delle persone a cui voler bene

fosse comuni

Silver Silvan | 19.07.2013

Lady, complimenti, sei riuscita ad affossare il tuo blog!

R: fosse comuni

LadyMarica | 20.07.2013

eh Silver, pazienza. Troverai qualcosa di meglio in giro. O tornerai a leggere me quando mi riandrà di scrivere. E attualmente non mi va.

R: R: fosse comuni

Silver Ilvan | 20.07.2013

Spero ti torni, allora, la voglia di scrivere. E spero tu non abbia guai di sorta. È difficile trovare qualcosa di meglio, specie se non lo cerchi. Non capita praticamente mai.

ognuno di noi ha un padre

Esperia | 09.07.2013

Dolore...la perdita di una persona che si ama---non vado oltre

Così

Gogo | 08.07.2013

Anche i miei pensieri sono per lei. E per te. Per noi, diciamo.

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