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Personalmente
E' stata una brutta giornata. Anzi, è il momento a non essere buono. Passerà febbraio e il mio umore, miracolosamente, mi riapparterrà. Febbraio è quasi sempre così. Un mese corto, solitamente in cui prendo decisioni, a volte anche buone, che però mi destabilizza.
Mi sento, molto concisamente, vulnerabile.
Tutto mi crea molta sofferenza o comunque riesce a toccarmi. Curioso per una che era convintissima di “non avere nulla dentro”.
Oggi ho, persino, pianto davanti l'amato psicologo Fa. E io, davanti ad altri, piango sempre molto poco e soprattutto scocciandomene molto. Se devo piangere piango in macchina.
Lui mi guardava con certi occhi pieni di meraviglia, un pizzico di sarcasmo, forse, e contentezza. La contentezza me l'ha detta, poi. Mi ha detto: “sono felice che tu pianga”. Non perché sia sadico, anche ovviamente, ma perché pensa che sia un miglioramento. Dice che quando sono entrata per la prima volta nel suo studio nemmeno parlavo, figuriamoci se mi sarei azzardata a piangere. Mi ha detto che di solito, quando mi chiede cosa provo a riguardo di qualcosa, io gli rispondo cosa penso. E dice che c'è differenza. Io non lo so, però lo ascolto sempre.
Gli ho raccontato del cosa soffrissi, ma non ammorberò anche voi, e le lacrime sono sputate senza consenso. E' bello, nel poi però, non nel mentre, riconoscere quanto conti il parlare. Ogni parola oggi trascinava una lacrima. Lo racconto non perché ne sia contenta (quanto ho cercato di non piangere forse potete immaginarvelo), lo racconto perché trovo che sia incredibile. Parlare sembra sempre solo esprimere qualcosa, che si sta già pensando, che si è già “provato”. Invece parlare ci aggiunge, a conti fatti, qualcosa a quel pensiero, ci mette di più. Non so se mi spiego.
Lui, che di solito è freddo e un poco stronzo, e lo sa perfettamente, è stato, oggi, di grande aiuto. Sono uscita persino sollevata. Non solo mentre piangevo non ha distolto lo sguardo imbarazzato (cosa che mi avrebbe fatta sentire patetica e fuori luogo) e nemmeno mi ha fissata insistentemente (cosa che mi avrebbe fatta sentire imbarazzata) ma ha rispettato il silenzio, guardandomi piano. Sembrava ascoltasse le lacrime, le valutasse. E' stato essere ascoltati anche senza niente da sentire. Vabbe'. A me la psicologia non piace molto in generale, la trovo una forzatura in tantissimi casi. Ma Fa., ha una buona capacità con me, sarà perché ci somigliamo e lo sappiamo pure.
Solo che lui dice più parolacce. Ma, a volte, mi fanno sentire meglio.
Oggi ne ha detta una bellissima. Mi ha detto di prendere coscienza che sono un essere umano, che gli esseri umani “fanno cagate” e che questo non significa certo fregarse, significa solo vivere con la consapevolezza che potrebbe pure andar male, senza farsi incatenare da quella prospettiva, del male, e vivere costantemente pensando di controllare l'intero mondo. Pensando che il mondo dipenda solo dal tuo grado di perfezione. Significa pensare di potersi bere uno sticazzi, insieme al caffé la mattina, ogni tanto, senza farlo sfociare in irresponsabilità e qualunquismo, ma come semplicissimo mantra a lasciarsi vivere. Forse vi sembrerà un po' una roba trita, ma attuata al caso in analisi me, è una roba centratissima. Fa. Mi consiglia, ed ha ragione, per esempio di eliminare qualche rito paranoico dei miei. Tipo controllare 4 volte di aver spento il gas e cose del genere.
Fa. Mi riduce sempre in cenere, quando ci vado. Oggi è stato meglio. Ma forse dipendeva anche da me. Quando sono arrivata nel suo studio, stava parlando, quasi litigando, con una collega. Io ero seduta nella sala d'aspetto e ho sentito i toni aspri, qualche frammento di discussione ma non ho individuato l'oggetto. Uscendo dalla porta e richiudendola le ha fatto una smorfiaccia che lei non poteva vedere. Poi mi ha visto e abbastanza preoccupato (anche se sapeva perfettamente che io ero lì) mi ha fatto l'occhietto. Mi ha dato, questo episodio, un senso di “ah, allora pure tu sei umano!”. Eppoi, in effetti, quella lì non è mai stata molto simpatica nemmeno a me: troppo magra.
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Personalmente
febbraio
Yaxara | 28.02.2013
Anche io in questa fine mese sto frignando in maniera ignobile, per questioni idiote. Mi dicono che fa bene.
Ti lascio la traduzione di un detto del paese di mio padre "Febbraio e' corto, ma e' peggio di un Turco" ("febrai l'e' curt, l'e' pez che un Turc!")
R: febbraio
LadyMarica | 28.02.2013
febbraio lo odiano in tanti, non so perché, razionalmente. Però concordo coi tanti :)
bello il detto.
R: R: febbraio
Silver Silvan | 28.02.2013
A me febbraio piace, mi sa di primavera in arrivo. Quel giorno che te la fa snasare capita sempre di febbraio. Oggi, per dire, ho visto che stanno spuntando i miei tulipani verdi e bianchi, molto scenografici. E i giacinti. Come fa a non piacermi, febbraio? È un mese che promette e mantiene! Mica come i mesi dell'estate puttana!
R: R: R: febbraio
LadyMarica | 01.03.2013
ma non sono meglio i fiori di maggio? quelli che poi la natura restituisce a novembre?
ma l'espressione non è mia :)
R: R: R: febbraio
Yaxara | 01.03.2013
Io a priori non ho niente contro i mesi, ma il febbraio scorso per me e' stato vagamente da incubo. Aprile da tre anni e' un periodo in cui la sfiga regna sovrana e bisogna stare attenti a non darle corda.
Ma poi c'e' poco da dare la colpa ai mesi, la colpa e' nostra, quando non del caso.
R: R: R: R: febbraio
LadyMarica | 01.03.2013
son d'accordo, la colpa è nostra. Magari il clima interferisce e poi, forse, ci sono ricordi, nei mesi, nei climi, nei giorni, che ritornano abbastanza involontari. Forse però.
R: R: febbraio
Silver Silvan | 28.02.2013
Non è bello? Glaciale, in mezzo al verde!
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astensione
Silver Silvan | 28.02.2013
Un post del genere non potrei mai scriverlo. Quindi mi astengo dal commentarlo.
R: astensione
LadyMarica | 28.02.2013
ci leggo un filino di insulto. Non è che vada fiera di 'sti post personali eh, però ho aperto un blog per questo quindi ogni tanto.
Ringrazio che non mi hai beccata 3-4 anni fa. Mi avresti odiata. E ragionevolmente.